Oggi è tutto Grinduro

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Ci siamo, oggi è la giornata tutta dedicata al Grinduro, l’evento gravel che quest’anno fa tappa (anche) in Italia nella splendida cornice di Punta Ala.

Arrivo a questo sabato dopo giorni intensi dedicati al MediaLab per la nuova trasmissione Shimano GRX 12v, uscite continue, le foto da fare, la ricerca di altri percorsi oltre quelli proposti, lo scambio di opinioni. Ci arrivo stanco nel fisico, con un ginocchio dolorante ma con uno spirito che mi porta indietro di vent’anni. Peccato solo lui…

Sono tante le emozioni vissute e che sto vivendo in questi giorni, una valanga di sensazioni in cui trovo difficile scavare per arrivare al nucleo.

Mi serve lasciar sedimentare, far si che il tempo lasci germogliare per potervi raccontare al meglio cosa significa essere qui.

Si, a breve uscirò con due anteprime test, una dedicata appunto al GRX e l’altra alla nuova Wilier Adlar ma io non sono un centometrista nelle recensioni, più un maratoneta. 

Ho pagine di appunti, notazioni, impressioni ma serve farne la cernita, ordinare perché con così poco tempo a disposizione ho appuntato per eccesso, nel dubbio dimenticassi qualcosa.

Ma non è di questo che adesso voglio parlarvi.

Il Grinduro è ufficialmente iniziato ieri e si sentiva nell’aria.

Mentre ero in una breve pausa del primo pomeriggio già avvertivo qualcosa crescere qui all’interno del camping Punta Ala che fa da base dell’evento.

Vedevo arrivare auto e camper con bici gravel al seguito, il personale che provvedeva a fettucciare un percorso, l’attività via via più frenetica nella zona di partenza/arrivo dove stazionano i partner tecnici, i meccanici Shimano, Wilier e Schwalbe pronti ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Una frenesia cresciuta via via, un disordinato caos di allegria e professionalità, file al check di iscrizione, persone che non si conoscono ma non importa perché basta una bici per abbattere ogni barriera, capannelli che nascono e muoiono nel giro di pochi minuti intorno a una bicicletta, capannelli che nascono e non muoiono dove puoi trovare una birra fredda.

Poi un annuncio, un cronometro e tutto cambia. Perché sarà una manifestazione non competitiva, al netto dei tratti cronometrati di oggi, ma se metti insieme più di due ciclisti, un fettucciato e un orologio poco da fare: testa bassa e pedalare.

Un primo giro di ricognizione per il prologo che si è tenuto all’interno della struttura e già tutti naso nel manubrio.

Partenze scaglionate di dieci secondi per il prologo vero e proprio e ognuno a rilanciare appena sentiva arrivare una bici alle spalle.

Persino l’incitamento dei tanti vacanzieri presenti lungo il percorso, che hanno accettato con generosa sportività la momentanea chiusura delle strade per veder giocare questi bambini troppo cresciuti che chiamiamo ciclisti.

E se qualcuno pensa che il pubblico sia solo un fastidio, beh, quando sono arrivato nel tratto sabbioso e precedentemente bagnato dall’organizzazione su una bici che montava gomme inadatte al tipo di terreno e dove nella ricognizione avevo visto mi sarei piantato, ho dato tutto me stesso perché non potevo deludere quella curva festante…

Qui è ancora buio, fra una oretta colazione, poi a prepararsi per la partenza. 

Buone pedalate, stavolta auguratele voi a me

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